martedì 7 febbraio 2012

CENERE


La direttrice le aveva dato il permesso di uscire non
appena terminato il tè delle donne e Maria pensava con
gioia alla sua sera d'uscita. La cucina era lucida come uno
specchio: la cuoca diceva che ci si poteva vedere nei
grandi paioli di rame. C'era un bel fuoco luminoso e su
uno dei tavolini di servizio c'erano quattro grandissime
focacce. Queste focacce non sembravano tagliate; ma se
si andava vicino si vedeva che erano state tagliate in
lunghe grosse fette uguali ed erano pronte per essere
distribuite al tè. Maria le aveva tagliate lei stessa.
Maria era una personcina davvero molto, molto piccola,
ma aveva un naso molto lungo e un mento molto lungo.
Parlava un po' nel naso, sempre dolcemente: «Sì, cara» e
«No, cara». Veniva sempre chiamata quando le donne
litigavano fra i mastelli e riusciva sempre a mettere pace.
Un giorno la direttrice le aveva detto:
«Maria, sai veramente mettere pace!».
E l'aiuto-direttrice e due signore del comitato avevano
udito il complimento. E Ginger Mooney diceva sempre
che cosa non avrebbe fatto alla sguattera incaricata dei
ferri se non fosse stato per Maria. Tutti volevano tanto
bene a Maria.
Le donne avrebbero preso il tè alle sei e lei avrebbe
potuto andarsene prima delle sette. Da Ballsbridge al
Pillar, venti minuti; dal Pillar a Drumcondra, venti
minuti; e venti minuti per comprare la roba. Sarebbe stata
lì prima delle otto. Tirò fuori il borsellino con i fermagli
d'argento e rilesse le parole Un regalo da Belfast. Era
molto affezionata a quel borsellino perché Joe glielo
aveva portato cinque anni prima quando lui e Alphy
erano andati in gita a Belfast il lunedì di Pentecoste. Nel
borsellino c'erano due mezze corone e qualche monetina.
Pagato il biglietto del tram avrebbe avuto cinque scellini
netti. Che bella serata avrebbero passato, con tutti i
bambini che cantavano! Sperava solo che Joe non
rientrasse ubriaco. Era così diverso quando beveva.
Spesso aveva desiderato che lei andasse a vivere con loro;
ma si sarebbe sentita d'incomodo (sebbene la moglie di
Joe fosse tanto carina con lei) e si era abituata alla vita
della lavanderia. Joe era un uomo buono. Gli aveva fatto
da bambinaia e anche ad Alphy; e Joe diceva spesso:
«Mamma è mamma, ma la mia vera madre è Maria».
Dopo che la famiglia si era sciolta i ragazzi le avevano
ottenuto quel posto nella lavanderia «Dublino alla luce
dei lampioni», e le piaceva. Un tempo aveva una così
cattiva opinione dei protestanti, ma ora pensava che era
gran brava gente, un po' silenziosa e seria, ma in ogni
caso gran brava gente per viverci insieme. Poi aveva le
sue piante nella serra e le piaceva curarle. Aveva belle
felci e piante grasse e, ogni volta che qualcuno veniva a
farle visita, dava sempre al visitatore uno o due polloni
della sua serra. C'era un'unica cosa che non le piaceva ed
erano gli inni alle pareti; ma la direttrice era una così cara
persona con cui trattare, così signorile.
Quando la cuoca le disse che tutto era pronto andò nello
stanzone delle donne e cominciò a tirare il cordone della
grossa campana. Dopo pochi minuti le donne
cominciarono a entrare due o tre alla volta, asciugandosi
le mani fumanti sulle sottane e tirandosi giù le maniche

delle camicette sopra le braccia rosse e fumanti. Si
accomodarono davanti agli enormi boccali che la cuoca e
la sguattera riempirono di tè caldo, già mescolato con
latte e zucchero in enormi recipienti di latta. Maria
sovraintese alla distribuzione della torta e badò a che ogni
donna avesse le sue quattro fette. Risero e scherzarono
molto durante il pasto. Lizzie Fleming disse che Maria
avrebbe certamente preso l'anello e, benché Fleming
l'avesse detto da tante vigilie d'Ognissanti, Maria dovette
ridere e dire che non voleva né anello né uomo e, quando
rise, gli occhi grigioverdi le brillarono di timidezza delusa
e la punta del naso quasi le toccò la punta del mento.
Allora Ginger Mooney alzò il suo boccale di tè e bevve
alla salute di Maria, mentre tutte le altre donne facevano
baccano con i boccali sul tavolo, e disse che le dispiaceva
non avere un goccio di birra con cui brindare. E Maria
rise di nuovo finché la punta del naso quasi le toccò la
punta del mento e finché il corpo minuto dai sussulti
quasi si spezzava, perché sapeva che Mooney era piena di
buone intenzioni sebbene naturalmente pensasse da
donna ordinaria.
Ma quanto non fu felice Maria quando le donne ebbero
finito il tè e la cuoca e la sguattera cominciarono a
sparecchiare! Andò nella sua cameretta e, ricordando che
la mattina seguente era mattina di messa, cambiò la
lancetta della sveglia dalle sette alle sei. Poi si tolse la
gonna da lavoro e le scarpe da casa e mise la gonna
buona sul letto e le minuscole scarpette eleganti ai piedi
del letto. Si cambiò anche la camicetta e, mentre stava in
piedi dinanzi allo specchio, pensò a come si vestiva per la
messa la domenica mattina quando era ragazza; e guardò
con curioso affetto il piccolissimo corpo che aveva
adornato tanto spesso. Trovò che malgrado i suoi anni era
un bel corpicino ben fatto.
Quando uscì le strade erano lucenti di pioggia e fu felice
di avere il suo vecchio impermeabile marrone. Il tram era
pieno e dovette sedersi sullo sgabellino in fondo alla
vettura, in faccia a tutti, con le dita dei piedi che
toccavano appena il pavimento. Predispose mentalmente
tutto quello che avrebbe fatto e pensò quanto era meglio
essere indipendenti e avere i propri soldi in tasca. Sperò
che avrebbero passato una bella serata. Ne era sicura, ma
non poté fare a meno di pensare che era un peccato che
Alphy e Joe non si parlassero. Si litigavano sempre
adesso, ma da ragazzi erano grandissimi amici; così è la
vita.
Scese dal tram al Pillar e come un furetto si fece strada
rapidamente fra la folla. Entrò nella pasticceria Downes
ma il negozio era così pieno di gente che ci volle del
tempo prima che potesse farsi servire. Comprò una
dozzina di pasticcini assortiti da un penny e uscì infine
dal negozio carica di un grosso cartoccio. Poi pensò a
cos'altro avrebbe comprato: voleva comprare qualcosa di
veramente buono. Avevano certamente mele e noci in
gran quantità. Era difficile sapere cosa comprare e le
riuscì di pensare solo a un dolce. Decise di comprare un
po' di plumcake, ma il plumcake di Downes non aveva
abbastanza glassa di mandorle in cima, allora andò in un
negozio di via Henry. Qui ci mise molto a trovare quello
che le andava bene e la signorina elegante dietro il
bancone, che era evidentemente un po' seccata con lei, le
chiese se voleva comprare una torta di matrimonio. A

questo Maria arrossì e sorrise alla signorina; ma la
signorina prese tutto molto sul serio e finalmente tagliò
una grossa fetta di plumcake, la impacchettò e disse:
«Due e quattro, per favore».
Pensò che avrebbe dovuto stare in piedi nel tram per
Drumcondra perché nessuno dei giovani sembrò fare
attenzione a lei, ma un signore anziano le fece posto. Era
un signore robusto e portava un cappello marrone rigido;
aveva un viso rosso quadrato e baffi grigiastri. Maria
pensò che il signore aveva un aspetto da colonnello e
rifletté a quanto era più educato dei giovani che tenevano
semplicemente gli occhi fissi dinanzi a sé. Il signore
cominciò a chiacchierare con lei della vigilia di
Ognissanti e del tempo piovoso. Immaginava che il
cartoccio fosse pieno di buone cose per i bambini e disse
che era proprio giusto che i ragazzi si divertissero finché
erano giovani. Maria era d'accordo con lui e approvava
con timidi cenni della testa e mormorii di assenso. Fu
molto gentile con lei e Maria, quando stava per scendere
al ponte del Canale, lo ringraziò e si inchinò, e lui si
inchinò e si levò il cappello e sorrise affabilmente; e
mentre camminava lungo la fila di case, piegando la
testolina sotto la pioggia, pensò come era facile
riconoscere un signore anche quando ha bevuto un
goccio.
Tutti dissero: «Oh! ecco Maria!» quando arrivò alla casa
di Joe. Joe era lì, di ritorno dal lavoro, e tutti i bambini
avevano i vestiti della domenica. C'erano due ragazze
grandi della casa accanto e facevano dei giochi. Maria
dette il cartoccio di pasticcini al ragazzo più grande,
Alphy, perché li dividesse, e la signora Donnelly disse
che era stata troppo buona a portare un così grosso
cartoccio di pasticcini e fece dire a tutti i bambini:
«Grazie, Maria».
Ma Maria disse che aveva portato qualcosa di speciale
per papà e mamma, qualcosa che certamente sarebbe loro
piaciuto, e cominciò a cercare il plumcake. Provò nel
cartoccio di Downes e poi nelle tasche dell'impermeabile
e poi sulla mensola dell'ingresso, ma non riuscì a trovarlo
da nessuna parte. Allora chiese a tutti i bambini se uno di
loro l'aveva mangiato (per sbaglio, naturalmente) ma i
bambini dissero tutti di no e fecero una faccia come se
non gli andasse di mangiare dolci quando dovevano
essere accusati di avere rubato. Tutti avevano una
soluzione per il mistero e la signora Donnelly disse che
era chiaro che Maria l'aveva dimenticato nel tram. Maria
ricordando come l'aveva confusa il signore con i baffi
grigiastri, arrossì per la vergogna, la rabbia e la delusione.
A1 pensiero della sua piccola sorpresa mancata e dei due
scellini e quattro pennies buttati via per niente per poco
non scoppiò a piangere.
Ma Joe disse che non aveva importanza e la fece sedere
vicino al fuoco. Fu molto carino con lei. Le raccontò tutto
quello che accadeva nel suo ufficio, ripetendole una
risposta arguta che aveva dato al direttore. Maria non
capiva perché Joe ridesse tanto della risposta data, ma
disse che il direttore doveva essere una persona molto
arrogante con cui trattare. Joe disse che non era così male
quando si sapeva come prenderlo, che era una brava
persona purché non lo si lisciasse per il verso sbagliato.
La signora Donnelly suonò il piano per i bambini che
ballarono e cantarono. Poi le due ragazze offrirono

tutt'intorno le noci. Nessuno riuscì a trovare lo
schiaccianoci, e Joe ci si stava quasi arrabbiando e chiese
come pretendevano che Maria schiacciasse le noci senza
uno schiaccianoci. Ma Maria disse che le noci non le
piacevano e che non dovevano preoccuparsi per lei.
Allora Joe chiese se voleva una bottiglia di birra e la
signora Donnelly disse che in casa c'era anche del porto
se lo preferiva. Maria disse che era più contenta se non le
chiedevano di prendere niente: ma Joe insistette.
Allora Maria lo lasciò fare e sedettero vicino al fuoco
parlando dei vecchi tempi e Maria pensò di mettere una
buona parola per Alphy. Ma Joe gridò che Dio lo facesse
cadere morto stecchito se avrebbe mai rivolto ancora una
parola a suo fratello e Maria disse che le dispiaceva di
avervi accennato. La signora Donnelly disse al marito che
era una vergogna parlare in quel modo del suo stesso
sangue, ma Joe disse che Alphy non era un fratello per lui
e su questo stavano quasi per bisticciare. Ma Joe disse
che non avrebbe perso la pazienza in una sera come
quella e chiese alla moglie di aprire un'altra birra. Le due
ragazze avevano organizzato alcuni giochi di Ognissanti e
presto tutto tornò allegro. Maria era felice di vedere i
bambini tanto allegri e Joe e la moglie di così buon
umore. Le ragazze misero alcuni piattini sul tavolo e poi
guidarono i bambini al tavolo, con gli occhi bendati. Uno
prese il libro di preghiere e gli altri tre l'acqua; e quando
una delle ragazze prese l'anello la signora Donnelly
minacciò con il dito la ragazza che arrossiva come per
dire: Oh, so tutto! Allora insistettero per bendare Maria e
guidarla al tavolo per vedere cosa avrebbe preso e, mentre
le mettevano la benda, Maria rideva e rideva finché la
punta del naso quasi le toccò la punta del mento.
La guidarono al tavolo in mezzo alle risate e agli scherzi
e lei allungò la mano nell'aria come le venne detto di fare.
Agitò la mano qua e là nell'aria e la abbassò su uno dei
piattini. Senti con le dita una sostanza molle e umida e si
stupì che nessuno parlasse o le togliesse la benda. Ci fu
una pausa di qualche secondo; poi un gran strascicare di
piedi e bisbigliare. Qualcuno disse qualcosa del giardino,
e alla fine la signora Donnelly parlò molto arrabbiata a
una delle ragazze dicendole di buttarla fuori
immediatamente: non era quello il modo di giocare.
Maria capì che quella volta era sbagliato e così dovette
rifarlo: e questa volta prese il libro di preghiere.
Dopo di che la signora Donnelly suonò la danza scozzese
della signorina McCloud per i bambini e Joe fece
prendere a Maria un bicchiere di vino. Presto furono di
nuovo tutti allegri, e la signora Donnelly disse che Maria
sarebbe entrata in convento prima della fine dell'anno
perché aveva preso il libro di preghiere. Maria non aveva
mai visto Joe così carino con lei come quella sera, così
pieno di racconti e di ricordi piacevoli. Disse che erano
tutti molto buoni con lei.
Alla fine i bambini cominciarono a essere stanchi e
assonnati e Joe chiese a Maria se non voleva cantare una
canzoncina prima di andarsene, una delle vecchie
canzoni. La signora Donnelly disse «Sì per favore,
Maria!» e così Maria dovette alzarsi e mettersi accanto al
piano. La signora Donnelly disse ai bambini di stare zitti
e di ascoltare la canzone di Maria. Poi suonò il preludio e
disse «Ora, Maria!» e Maria, arrossendo molto, cominciò
a cantare con una vocina tremante. Cantò Sognai che

dimoravo e quando arrivò alla seconda strofa tornò a
cantare:
Sognai che in sale vaste dimoravo,
vassalli m'erano fedeli accanto,
ch'ero a coloro di cui m'attorniavo
fra quelle mura, speranza e vanto.
Tesori innumerevoli e la gloria
di un nobil nome antico possedevo,
ma sognai pure, e fu immensa gioia,
che il tuo amor perduto non avevo.
Ma nessuno cercò di farle notare la sua svista; e quando
ebbe finito la canzone Joe era molto commosso. Disse
che non c'erano tempi come i vecchi tempi e nessuna
musica secondo lui come quella del povero vecchio
Balfe, qualunque cosa gli altri potessero dire; e gli occhi
gli si riempirono talmente di lacrime che non riuscì a
trovare quello che stava cercando e alla fine dovette
chiedere alla moglie di dirgli dove era il cavatappi.





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